PMA ETEROLOGA
OVODONAZIONE O DONAZIONE DEL SEME
La fecondazione eterologa, anche chiamata PMA, è finalizzata al concepimento di un figlio partendo da una condizione di impossibilità a concepire un figlio spontaneamente.
La fecondazione eterologa nella sua valenza sanitaria è una tecnica di procreazione medicalmente assistita (PMA) che si realizza nei casi di infertilità comprovata. Quando la coppia non è riuscita a concepire un figlio anche attraverso PMA omologa può valutare la possibilità di intraprendere questo percorso nella consapevolezza delle profonde differenze rispetto alla genitorialità biologica in generale. Infatti è una tecnica che si utilizza solo nel caso in cui ci sia un’infertilità assoluta di uno dei due partner o quando la procreazione con gameti omologhi (della coppia) non sia andata a buon fine per diverse volte in funzione di una difficoltà di uno dei due partner.
E’ bene sapere e essere consapevoli che nella fecondazione eterologa, il seme maschile o l'ovulo femminile non appartiene alla coppia, ma è donato da un donatore esterno.
Ci sono diverse procedure in funzione della complessità e gravità dei casi che comporta percorsi con un impatto più o meno invasivo per la donna e l’uomo.
Le tecniche sono le seguenti:
1) di primo livello in cui la fecondazione si compie direttamente nell'apparato genitale femminile
2) di secondo e di terzo livello dove aumenta la complessità e invasività in cui la fecondazione avviene prima in vitro e poi c’è l’impianto nella donna.
Al di là degli aspetti fisici e medici e di quelli legati alla salute della donna che devono essere attentamente considerati è importante fare alcune riflessioni rispetto alle implicazioni della PMA dal punto di vista psicologico nella fase del concepimento, della gravidanza e della crescita e educazione del bambino.
La PMA eterologa conduce la coppia a vivere esperienze emotive e cognitive che si confrontano con i vissuti dell’estraneità e che devono essere attentamente considerati e elaborati . In questo senso, al di là del percorso della gravidanza e nascita, vive degli aspetti in comune con l'adozione per quando riguarda il confronto con la diversità che può arrivare anche a situazioni di percezione di estraneità.
La dimensione dell’estraneità che la donna e l’uomo percepiscono in funzione di pensieri legati alla diversità dell'origine del bambino richiede un percorso psicologico di accettazione di un figlio che non è portatore del patrimonio genetico di entrambi i genitori. Esperienza molto vicina all’adozione in cui si accoglie un figlio nato da altri e quindi diverso per storia, cultura e naturalmente patrimonio genetico.
La PMA eterologa infatti non raggiunge il desiderio di una genitorialità basata sul concepimento di un figlio con il proprio patrimonio genetico, ma la generazione di un figlio che è stato generato dalla coppia e che ha in parte il patrimonio genetico del padre o della madre con le caratteristiche di un altro parto.
Per evitare che questo possa tramutarsi in vissuti negativi è importante elaborare le specificità di questo percorso.
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