Cinquanta

anni dalla parte dei bambini


Comunicato stampa.

UNA DECISIONE PERICOLOSA E INACCETTABILE DEL TRIBUNALE PER I MINORENNI DI FIRENZE.


In relazione alle notizie riportate nell’articolo Adottata, cerca la madre naturale Il giudice ordina di rintracciarla”, a firma di di Marco Gasperetti, pubblicato oggi, 26 agosto, dal Corriere precisiamo quanto segue.


Con la sentenza n.278/2013 la Corte Costituzionale ha dichiarato “l’illegittimità costituzionale dell’articolo 28, comma 7, della legge 4 maggio 1983, n. 184 (…), nella parte in cui non prevede – attraverso un procedimento, stabilito dalla legge, che assicuri la massima riservatezza – la possibilità per il giudice di interpellare la madre – che abbia dichiarato di non voler essere nominata ai sensi dell’art. 30, comma 1, del D.P.R. 3 novembre 2000, n. 396 (…) – su richiesta del figlio, ai fini di una eventuale revoca di tale dichiarazione”, manon ha censurato quanto disposto all'articolo 30, comma 1°, del D.P.R. 3 novembre 2000, n. 396, sulla tutela del parto anonimo che dispone quanto segue: "La dichiarazione di nascita è resa da uno dei genitori, da un procuratore speciale, ovvero dal medico o dalla ostetrica o da altra persona che ha assistito al parto, rispettando l'eventuale volontà della madre di non essere nominata"; facendo anzi espressamente riferimento a tale norma, ha voluto precisare che sarà compito del legislatore introdurre apposite disposizioni volte a consentire la verifica della perdurante attualità della scelta della madre naturale di non voler essere nominatae, nello stesso tempo, a cautelare in termini rigorosi il suo diritto all'anonimato, secondo scelte procedimentali che circoscrivano adeguatamente le modalità di accesso, anche da parte degli uffici competenti, ai dati di tipo identificativo, agli effetti della verifica di cui si è innanzi detto".


Noi riteniamo pertanto che competa al Parlamento legiferare in materia e che non debba essere lasciata alla discrezionalità dei singoli Tribunali per i minorenni la definizione delle procedure dirette ad acquisire i dati identificativi della partoriente che si è avvalsa del diritto alla segretezza del parto, di cui peraltro i Tribunali non sono in possesso .

Non è peraltro possibile a nostro parere interpellare la stessa «con la massima riservatezza»: infatti le richieste dei figli adottivi di conoscere le donne che li hanno generati sono inevitabilmente prese in esame da un numero assai elevato di persone: i giudici ed i cancellieri ai quali si rivolge l’interessato, i responsabili dei reparti maternità e gli addetti alla conservazione del plico in cui sono indicate le generalità della donna e del neonato, il personale dell’anagrafe tributaria nazionale incaricato di individuare gli attuali indirizzi delle donne, gli altri giudici e cancellieri (è assai probabile che le donne non abitino più nelle città in cui hanno partorito)  incaricati di contattarle. Inoltre le lettere di convocazione, indirizzate (su carta intesta del Tribunale o della Procura per i minorenni o da altro ente) alle donne per verificare la loro disponibilità ad incontrare i propri nati, possono molto facilmente essere aperte dai familiari della donna..

Riteniamo sorprendente la decisione assunta dal Tribunale di Firenze, che potrebbe compromettere gravemente la vita non solo dell’ interessata ma anche dei loro cari, ignari della sua lontana scelta. Sono 90.000 le donne che dal 1950 ad oggi si sono avvalse del diritto alla segretezza del parto che lo Stato ha loro garantito.Per capire lo stato d’animo di moltissime donne che a seguito della sentenza delle Corte costituzionale hanno il timore di essere esposte, in un imprevedibile futuro, ad un’intrusione pesantissima nella loro sfera intima, con le inevitabili ripercussioni negative sui rapporti familiari da esse instaurati, riportiamo uno stralcio del disperato appello inviato all’Anfaa da una signora, che, restata incinta giovanissima (a 16 anni), ha deciso di non riconoscere il neonato: «Ho letto sul vostro sito che la Corte costituzionale ha accolto l’istanza per lo smantellamento del parto segreto. Come avrete capito, io sono una madre segreta. Quando ho letto la notizia credo che il mio mondo si sia dissolto in un attimo, ho guardato i miei familiari, ignari, e ho visto la fine della vita che con fatica mi sono costruita e guadagnata. Non vi voglio raccontare il mio passato doloroso, so però che non sarei in grado di riviverlo (...). Non posso rivivere tutto di nuovo, non ho la forza di raccontare tutto alla mia famiglia attuale, non lo posso immaginare, mi sento morire e nell’attesa di questa condanna, io mi sento morire piano piano. Che Dio mi perdoni se a volte vorrei farla finita, anche se poi non so se ne avrei il coraggio. La mia vita ormai dipende dal legislatore, vi prego non smettete di lottare per il parto anonimo, per questo non vi ho mai ringraziato abbastanza, quelle come me non possono palesarsi, non possono parlare ai dibattiti, devono solo aspettare! (...) Ho cominciato a vivere nel terrore che un giorno arrivi a casa una raccomandata che mi obblighi a presentarmi in tribunale (come una malvivente), ho il timore di dover ripercorrere quella esperienza terribile (…). Io ho la certezza che non riuscirò a sopportare tutto questo (…). Uno Stato non può tradire in questo modo un patto stipulato che mi ha portato a fare questa scelta, anche se imposta, che mi ha permesso di non abortire. Sono disperata all’idea di poter fare soffrire i miei cari. Spero anche che la creatura che ho messo al mondo e per la quale prego sempre (sono aiutata da un padre spirituale) sia serena, considerando le sue origini, quelle delle persone che lo hanno adottato, loro sono i veri genitori».

In merito alle proposte di legge attualmente in discussione presso la Commissione Giustizia della Camera, segnaliamo quanto proposto nel paragrafo relativo a IL DIRITTO DELLA PARTORIENTE A DECIDERE IN MERITO AL RICONOSCIMENTO DEL PROPRIO NATO E IL DIRITTO DEL MINORENNE ALL’IDENTITÀ contenuto nel 7° Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia 2013-2014 presentato il 17 giugno 2014.

Grati per la pubblicazione, restiamo a disposizione per ogni ulteriore chiarimento o approfondimento.


Donata Nova Micucci                                                                              Mirko Landi

 

Presidente nazionale Anfaa                                                           Presidente sezione Anfaa Firenze



26 agosto 2014








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